Aconito: storia, leggende e linguaggio dei fiori

Aconito
Aconito

L’aconito, il cui nome scientifico è aconitum napellus, è un’erba perenne e spontanea appartenente alla famiglia delle ranuncolaceae. Conosciuto sin dall’antichità a causa della sua alta tossicità deve il suo nome proprio a questa sua caratteristica, aconito  deriva infatti dal termine greco aconitum che significa pianta velenosa. E’ facilmente riconoscibile in quanto i suoi fiori sono di colore blu scuro ed hanno sulla sommità un particolare “elmo”.

Storia e simbologia

Sia per il suo aspetto che per la sua velenosità sulla pianta di aconito sono state create nel corso dei secoli molte leggende, in cui la pianta veniva presentata come un simbolo altamente negativo.

Dodicesima fatica di Ercole

Plinio il Vecchio nei suoi scritti la paragonò ad un “arsenico vegetale” e ne fece derivare il nome dalla località di Aconae dove, secondo la mitologia, Ercole scese agli inferi per rapire Cerbero, il cane a tre testa della regina dell’Ade (trattasi della leggendaria dodicesima fatica di Ercole). Sempre secondo la leggenda, il cane che venne trascinato sulla terra, alla luce del sole iniziò a perdere bava dalla bocca, la bava al contatto con il suolo terrestre si trasformò in semi d’aconito che si diffusero lungo tutto il percorso compiuto.

Secondo la mitologia Nord-europea, invece, il fiore d’aconito per via della sua forma, è il  simbolo dei cavalieri erranti, i quali indossando lo speciale elmo avevano il potere di rendersi invisibili agli uomini. In particolare per i popoli norvegesi, il fiore di aconito rappresenta l’elmo di Odino, il più valoroso eroe teutonico. In altri paesi del nord Europa, è conosciuto come cappello di Thor, ed è accompagnato da una leggenda secondo la quale chiunque riusciva ad indossarlo poteva scomparire o ricomparire improvvisamente, a dorso di un cavallo ad otto zampe, seguito da due lupi e due cervi.

In Francia è conosciuto come carro di Venere, per via della sua bellezza e perché se si toglie l’elmo esterno, all’interno del fiore si possono vedere, con molta fantasia, delle colombe che trainano un carro.

Aconito
Aconito

Nell’antichità era una delle piante più usate per avvelenare le frecce e le punte dei giavellotti prima delle battaglie, e veniva generalmente usata per avvelenare ed uccidere i nemici. Nel ‘500, si diffuse la convinzione che il potere del suo veleno fosse talmente forte da poter addirittura annientare il veleno delle punture degli scorpioni. Per via della sua tossicità, in passato furono diversi casi di avvelenamento (documentato), la pianta è molto pericolosa sia perché la sua radice assomiglia a tuberi commestibili come quelli di rapa e rafano, sia perché l’anicotina (il veleno presente nell’aconito) può essere assorbito tramite l’epidermide ed è presente anche nelle sue foglie.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante per la sua alta tossicità simboleggia la vendetta e l’amore colpevole.

2 Risposte a “Aconito: storia, leggende e linguaggio dei fiori”

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