Caprifoglio: storia, letteratura, curiosità e linguaggio dei fiori

Caprifoglio
Caprifoglio

Il caprifoglio, caprifolium, appartiene alla famiglia delle caprifoliaceae, è originario del continente americano e dell’Asia centrale dove è diffuso soprattutto della zona himalayana, nel corso dei secoli la specie si è, però, diffusa in tutti i continenti crescendo spontaneamente soprattutto nelle zone dell’emisfero boreale del pianeta. Il termine caprifolium deriva dal latino, è una parola composta da due termini capra, che significa capra, e folium, che significa foglia, tale nome è dovuto alla capacità della pianta di arrampicarsi, un’abilità molto simile a quella delle capre nelle scalate, inoltre le capre molte volte si spingono molto in alto per brucare le foglie di alcune piante di questa specie.

Siepe di Caprifoglio

I greci, invece, chiamavano il caprifoglio peryclimenon che significa accerchiamento, l’origine di tale nome in questo caso può essere dovuto a due motivi, il primo perché la pianta ha la tendenza ad intrecciarsi e ad arrampicarsi sulle superfici a lei vicine, il secondo per via dell’associazione della pianta con il personaggio, descritto da Omero nell’Odissea, di Periclimene, figlio di Neleo. Per quanto riguarda il genere di appartenenza il caprifoglio appartiene al genere delle lonicera, questo genere fu attribuito alla pianta nel ‘700 dal botanico Linneo che in questo modo volle onorare un altro botanico, Adam Lonitzer, vissuto nel ‘500.

Storia e simbologia

Nonostante fosse già conosciuto ai tempi dei greci e dei romani il caprifoglio conobbe la sua massima notorietà nel corso del medioevo quando, per via della sua capacità di aggrapparsi indissolubilmente alle superfici che le sono vicine, venne citato in una delle storie più struggenti dell’epoca, quella di Tristano e Isotta.

Tristano e Isotta (1944)
Tristano e Isotta (1969);
Salvador Dalì (1934–1982)

Quando Tristano venne gravemente ferito durante una spedizione capì che c’era un solo modo per salvarsi e guarire, chiedere l’aiuto di Isotta la Bionda. L’uomo la mandò quindi a chiamare, chiedendo che sulla nave che l’avrebbe dovuta condurre da lui fossero issate delle vele di colore bianco se la donna avesse accettato di offrirgli aiuto oppure delle vele nere nel caso in cui la donna si fosse rifiutata di andare in suo aiuto.

Tristano e Isotta, dipinto francese realizzato tra il 1400 ed il 1500

Isotta fu per tempo avvertita e accettò di andare ad aiutarlo, ma la sposa di Tristano, gelosa dell’amore che era nato tra i due, ordinò di far issare sulla nave delle vele nere. Tristano, credendo che Isotta lo avesse abbandonato al suo destino, decise di lasciarsi morire e quando Isotta lo raggiunse era ormai troppo tardi. Per il dolore della perdita del suo amato Tristano, Isotta morì poco dopo.

Rammaricata per le conseguenze che la sua bugia e la sua gelosia avevano causato la moglie di Tristano, Isotta dalle bianche mani, decise di fare seppellire insieme i due corpi appena fossero giunti sulla terra di Cornovaglia. Sulle loro tombe nacquero due piante, un nocciolo e un caprifoglio, le due piante crescendo si intrecciarono così saldamente da non poter mai più essere separate”.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante, come per l’intrecciarsi tra il nocciolo e il caprifoglio nella vicenda di Tristano e Isotta, rappresenta l’amore indissolubile, e per via del suo nettare simboleggia anche la dolcezza d’animo.

Raccoglierne un rametto e portarlo in casa significa portare la felicità in famiglia, in Inghilterra donare un ramo di caprifoglio significa promettere la propria fedeltà in amore.

I pettirossi e il caprifoglio

Turdus migratorius

Negli Stati Uniti a patire dagli anni ’30 sono state abbondantemente documentate tutte le notizie riguardanti la migrazione annuale dei pettirossi americani, turdus migratorius, che arrivati nello stato della California, nel mese di febbraio, si inebriano a causa delle bacche di caprifoglio che crescono in quelle zone.

Nel mese di febbraio stormi di pettirossi americani giungono nelle calde terre della California, al loro arrivo si poggiano su piccoli alberi chiamati California holly, ovvero il caprifoglio della California carichi di frutti, piccole bacche acerbe di cui i pettirossi sono particolarmente ghiotti. Uno studioso, Siegel, ha osservato che i piccoli volatili riescono a mangiare più di 30 bacche a pasto, quando per il loro sostentamento ne sarebbero necessarie 4-5. Il motivo del loro ingozzarsi è dovuto all’effetto assuefacente ed inebriante che le bacche di caprifoglio esercitano su di essi.

Bacche di caprifoglio
Bacche di caprifoglio

Nelle tre settimane di permanenza nello stato californiano è possibile vedere pettirossi che assumono un comportamento alquanto bizzarro: gli uccelli appaiono disorientati e confusi, svolazzano in tutti i luoghi, entrano nelle case, all’interno delle auto, si gettano in terra.

Per quanto riguarda l’inebriamento degli uccelli a causa delle bacche dei caprifogli (holly) della California sembra siano solo i pettirossi a subirne l’effetto e la ragione per la quale le altre specie sono immuni non è stata ancora scoperta. Al mondo è presente solo un altro caso di effetto inebriante sugli uccelli che si cibano di bacche di caprifoglio, più precisamente del caprifoglio del Tartaro presente sia in Asia che negli Stati Uniti, ma in quest’ultimo caso l’effetto inebriante è dovuto alla presenza di saponina.

La pianta di caprifoglio è conosciuta da secoli anche gli indiani d’america, che conoscevano gli effetti che aveva sugli uccelli e ne chiamavano le bacche toyon a causa del loro attraente colore rosso vivo, veniva adoperate per arrostirne le bacche a scopo alimentare e per ottenere un sidro l’effetto inebriante.

Hollywood
Hollywood

Alcuni esemplari di caprifoglio “holly”, crescendo spontanei sulle colline intorno a Los Angeles, hanno dato il nome alla famosa città di Hollywood il cui nome si traduce proprio in Foresta di Holly.

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