Erica: tradizioni popolari e linguaggio dei fiori

Erica

L’erica, calluna vulgaris, appartiene alla famiglia delle ericaceae, è originaria del Sudafrica e della zona mediterranea anche se al giorno d’oggi ne esistono più di 700 specie diffuse in tutto il mondo. Il suo nome, calluna, deriva dalla parola greca kalluno che significa spazzare, è dovuto dall’uso che, in tempi remoti, si faceva dei ramoscelli delle piante, adoperati per creare delle scope.

Erica arborea

Le piante di erica sono quasi tutte sempreverdi di tipo arbustivo, raggiungono un’altezza di 70 cm, anche se esistono alcune specie, in particolare l’erica arborea e l’erica scoparia che possono raggiungere un’altezza superiore ai 6 m, ed hanno una forma intrecciata. Le foglie possono essere di diversa forma a seconda della specie, ne esistono infatti specie dalle foglie aghiformi, specie dalle foglie di forma ellittica ecc, ecc ma in ogni caso si presentano sempre sempre allungante e sottili.

Erica scoparia

Nonostante l’erica sia una pianta sempreverde in inverno le foglie mutano assumendo un caratteristico colore dorato. I fiori, molto abbondanti, sono piccoli di forma campanulate e di colore rosato. Dopo la pianta sviluppa dei piccoli frutti che al loro interno contengono i semi, che riescono a preservarsi sul suolo anche per interi decenni.

Una delle specie più diffuse è l’erica vulgaris comunemente chiamata brugo, nome che deriva dal termine di origine celtica brucus che a sua volta è un termine derivato dalla parola italiana brughiera, zona tipica dell’Italia settentrionale e della Pianura Padana dove il terreno di modesta altitudine, pianeggiante, acido, povero di sali solubili e humus è l’ideale per la crescita dell’erica e della ginestra dei carbonai.

Storia e simbologia

Erica vulgaris

L’erica nell’antichità era considerata una pianta magica, per questo motivo veniva utilizzata per costruire le scope, da impiegare per la pulizia dei templi degli Dei, e per produrre il legno da ardere, utilizzato per cuocere il pane da usare durante alcuni rituali sacri. Ancora oggi si considera l’erica una pianta purificatrice, tradizionalmente si crede che gli ambienti puliti con scope di erica vengano purificati dalle energie negative e che bruciare dell’erica essiccata, come se fosse incenso, serva a tenere lontani gli spiriti maligni. Inoltre, il legno dell’erica è stato ed è ancora utilizzato per la costruzione delle pipe, in quanto ha una buona capacità di resistenza ai deboli fuochi.

Scopa di rami d’erica

Secondo alcune credenze celtiche, invece, le piante di erica erano la dimore delle fate e per evitare di essere rapiti da queste era sconsigliato addormentarsi vicino ad esse. Secondo altre versioni della tradizione celtica, invece, era sconsigliabile dormire nei pressi dell’erica perché la pianta aveva il potere di aprire le porte dell’Aldilà.

Foglie e fiori di erica terminals

Oltre a crescere spontaneamente, nel corso dei secoli l’erica venne coltivata come pianta da giardino, in quanto i suoi fiori venivano e vengono ancora oggi utilizzati per creare le composizione di fiori secchi. Inoltre si iniziò a coltivare l’erica perché le sue foglie fresche, raccolte nei mesi di agosto e settembre, nella medicina naturale sono un efficace rimedio per le infiammazioni della bocca. Anche gli antichi conoscevano le proprietà lenitive e antinfiammatorie dell’erica e la utilizzavano creando un decotto che aggiunto all’acqua del bagno dava sollievo alle persone che soffrivano di dolori reumatici.

Brughiera

Nel linguaggio dei fiori e delle piante l’erica ha assunto nel corso dei secoli significati diversi a seconda il colore dei suoi fiori, infatti: l’erica dai fiori di colore bianco, che riesce a crescere nei luoghi più impervi ed aridi, ha simboleggiato per tutto l’ottocento e, continua ancora oggi a simboleggiare il sentimento della solitudine, e infatti il fiore ideale da regalare quando si vuole esprimere la una richiesta di affetto e compagnia; l’erica di colore rosa, invece, nella tradizione romantica è associata alle persone malinconiche, tale associazione la si deve al fatto che numerosi poeti e artisti si recavano nelle brughiera, dove l’erica fiorisce prosperosa, per riacquistare la speranza, da questa associazione si trae l’antico significato simbolico dell’erica di colore rosa, ovvero quello della speranza che i sogni e i desideri si avverino.

2 Risposte a “Erica: tradizioni popolari e linguaggio dei fiori”

    1. Salve, innanzi tutto l’erica va moltiplicata per talea, prendendo un ramoscello abbastanza maturo nel periodo estivo (la moltiplicazione per seme è lentissima, e non funziona per nessuna pianta ibrida). Le telee non sono difficili da coltivare, anzi radicano molto velocemente. Bisogna però avere un unica accortezza: piantarle in un terreno acido (torba, sabbia o un miscuglio di entrambe). Il terreno non deve esser particolarmente concimato e deve essere mantenuto umido solo nel caso in cui la pianta sia una specie originaria di un clima freddo.

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