Felce: miti, leggende e linguaggio dei fiori

Felce
Felce

La felce è una pianta priva di fiori, di frutti e di semi che nelle classificazioni botaniche è inserita tra le briofite, una classe di piante composta in prevalenza da muschi e le gimnosperme, nello specifico la felce appartiene ad una classe speciale chiamata pteridophyta. Non essendo dotate di semi si riproducono come i funghi ovvero tramite le spore e tutte le varietà, di felce presenti in natura, si distinguono in base al tipo di spora prodotta. La maggior parte delle felci hanno un fusto sotterraneo, che non si sviluppa all’esterno, anche se ce ne sono alcuni tipi, le felci arboree tropicali, che hanno un fusto esterno la cui dimensione può raggiungere quella delle palme.

Spore di felce

La felce comune cresce spontanea nei sottoboschi, poiché predilige i luoghi freschi e umidi ed è spesso possibile ritrovarla nei pressi di zone acquitrinose. Il periodo in cui si sviluppano i germogli è la primavera mentre in generale la pianta raggiunge il suo massimo splendore durante la stagione estiva.

Storia e simbologia

La felce è una pianta di origini antichissime, molti studi hanno dimostrato che la sua presenza risale a circa 350 milioni di anni fa.[banner]

Pan insegna a Dafni a suonare il "Flauto di Pan"
Pan insegna a Dafni a suonare il “Flauto di Pan”

Data la sua ancestrale presenza sul suolo terrestre nel corso dei secoli, sulla felce, sono state create moltissime leggende. Secondo la mitologia la felce era la pianta consacrata al dio Pan, in dio pastore, della campagna, dei pascoli e delle selve. Divinità dalle origini incerte, secondo alcuni testi si narra, infatti, che sia il figlio del dio Ermes e della ninfa Driope, secondo altri pare che fosse figlio di Zeus e di Callisto, sta di fatto che in entrambi i casi fu un dio abbandonato a causa del suo aspetto. Il dio Pan, infatti, in tutte le raffigurazioni è rappresentato con il corpo ricoperto da pelo, delle zanne, una folta barbetta, delle corna sulla fronte e zoccoli caprini al posto dei piedi.

San Giovanni

In tutti i testi popolari, però, la felce è nota per la sua associazione alla notte di San Giovanni (notte tra il 23 e il 24 giugno). Una leggenda narra che la felce abbia la capacità di generare un fiore magico di colore bianco candido, chiamato il fiore di San Giovanni, che nascerebbe, sboccerebbe e raggiungerebbe il massimo splendore proprio nella notte tra il 23 ed il 24 giugno. Questo magico fiore secondo le credenze avrebbe il potere di rendere invisibile, di donare poteri occulti e infinite conoscenze a chi lo possiede. Secondo un’altra leggenda, invece, allo scoccare della mezzanotte tra il 23 ed il 24 giugno, all’interno delle propria casa a contatto con gli oggetti preziosi dovevano essere poste alcune foglie di felce appena raccolte, affinché all’interno della propria abitazione prosperasse sempre l’abbondanza. Secondo un’altra tradizione popolare, raccogliere delle foglie di felce all’alba del 24 giugno, farle essiccare e portarle con se, porterebbe la massima fortuna nel lavoro.

Altre leggende, invece, non sono legate al giorno di San Giovanni, ma accompagnano la pianta da secoli, si narra infatti che, bruciarne le foglie e tenerle vicino l’orecchio, durante il sonno, avrebbe il potere di far fare sogni premonitori e rendere fertili le donne.

La felce è, infine, menzionata anche negli Grimoires, antichi trattati magici, dove sono riportati minuziosamente i vari usi che ne facevano gli antichi.

Leggende o credenze a parte, si sa di certo che la felce è una pianta estremamente tossica per l’uomo e che nonostante non sia letale anche gli animali evitano di cibarsene.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante, probabilmente per le sue antichissime origini e per l’uso “profetico” che per secoli ne è stato fatto, la felce simboleggia il mistero e l’ignoto.

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