Edera: storia, miti e linguaggio dei fiori

Hedera helix
Hedera helix

L’edera, hedera helix, appartiene alla famiglia delle apiaceae che comprende numerose specie, è di origine europea e delle isole Canarie. Il nome edera helix deriva dalla parola  latina helix che significa prendere o aggrapparsi, parola che deriva a sua volta dal termine  di greco antico helissein che significa arrampicarsi.
In natura ne esistono moltissime varietà che si differenziano tra di loro per la forma delle foglie, le quali possono essere: stellate, palmate, romboidali con variegature ai margini e sulle nervature, e per il loro colore che può essere: verde di diverse tonalità, giallo, dorato, bianco, color crema, grigio ecc.
Per quanto riguarda i fiori, essi sono molto piccoli, riuniti in piccoli gruppi che formano degli ombrellini di colore giallo verdognolo, dai quali si sviluppano, in ultimo, i frutti ovvero le caratteristiche bacche di colore nero-blu, altamente tossiche per l’uomo, ma di cui sono ghiotti gli uccelli.

Bacche di edera

La più comune varietà di edera, l’hedera helix, è una pianta rampicante sempreverde che può essere coltivata sia in ambienti chiusi che all’aperto poiché la sua altezza varia dai 50 cm ai 15 m (per mantenerla di piccole dimensioni è sufficiente tenerla in un vaso). Le sue foglie sono di colore verde scuro, mentre i suoi piccoli fiori di color verdastro, leggermente profumati, sbocciano dai primi di settembre ai primi di ottobre. Dopo la fioritura, in autunno inoltrato, produce delle piccole bacche di colore nero o giallastro. E’ importante ricordare che è un tipo di pianta molto velenosa per l’uomo.
Dalle varietà di hedera helix (di origine europea) e di hedera canariensis (pianta originaria delle Canarie che si differisce dalla prima solo per le foglie di dimensioni maggiori) sono state create diversi piante ibride tra i quali: l’edera Brigitte con foglie scure e nervature chiare; l’edera Eva con foglie piccole di colore verde scuro con i margini color crema.

Storia e simbologia

Nell’antichità l’edera godeva di grande fama, le sue foglie costituivano, infatti, la corona dei partecipanti di tutte le feste dedicata a Bacco (chiamato dai greci Dioniso), divinità alla quale la pianta era consacrata.

Bacchus di Simeon Solomon, 1867
Bacchus di Simeon Solomon, 1867

Secondo l’antica leggenda un giovane di nome Cisso, il quale si esibiva nelle feste in onore di Bacco con salti ed acrobazie spericolate, ebbe un giorno un grave incidente. Il divino Bacco, che si era affezionato al giovane, per impedirne la morte lo trasformò quindi in una pianta, l’edera, capace di arrampicarsi su qualsiasi superficie. Dall’antica leggenda nacque l’abitudine artistica di raffigurare Bacco con una corona d’edera sul capo e con il calice avvolto dai rami di edera.
Essendo, quindi, la pianta sacra a Bacco tra i greci e poi tra i latini si diffuse la convinzione che circondare la fronte con una corona di edera prevenisse gli effetti dovuti alle intossicazioni da eccesso di vino. La convinzione era così radicata che anche gli antichi scrittori documentavano che, per placare i postumi delle sbornie, era sufficiente mettere a bollire alcune foglie di edera nel vino e bere il tutto. Gli antichi credevano, inoltre, che la pianta potesse con le sue foglie separare l’acqua dal vino, in realtà al giorno d’oggi si sa che le fibre delle foglie di edera, non separano l’acqua dal vino ma, assorbono le molecole  pigmentate del vino e di altri liquidi. Ancora oggi, nelle osterie dei piccoli centri urbani è tradizione paesana appende fuori dall’uscio un rametto di edera per segnalarne la produzione di vino.
Nella mitologia celtica, invece, l’edera è connessa al culto del serpente e del drago, che rappresentano simboli dell’aldilà.

Pianta in vaso

Infine, negli ultimi decenni si è scoperto che l’edera helix ha la capacità di rimuovere dall’aria, soprattutto in ambienti chiusi, le sostanze nocive, in particolare la formaldeide che viene automaticamente prodotta dagli oggetti elettrici di uso comune nelle abitazioni. Recenti studi effettuati dalla NASA, agenzia aereospaziale americana, hanno dimostrato scientificamente che per la purificazione dell’aria l’edera si è dimostrata una pianta molto   efficiente, quindi, in sintesi si può affermare che è la migliore pianta da appartamento che si possa avere.

Hedera algeriensis
Hedera algeriensis

Nel linguaggio dei fiori e delle piante l’edera simboleggia la continuità e la fedeltà. E’ la pianta più indicata per essere regalata a San Valentino per via delle sue foglie a forma di cuore che si aggrappano indissolubilmente a tutto ciò che hanno intorno. Anche nell’antica Grecia simboleggiava l’unione e la fedeltà, corone di foglie di edera erano, infatti, adoperate per incoronare la testa degli sposi il giorno delle nozze. Quando se ne regala una piantina significa essere affezionati alla persona alla quale la si regala.

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