Mirto: arte, storia e linguaggio dei fiori

Mirto in fiore
Mirto in fiore

Il mirto, mirtus comunis, appartiene alla famiglia delle myrtaceae ed è originario delle regioni mediterranee. Ne esistono più di 3000 specie differenti alcune delle quali crescono spontanee anche in Inghilterra e in Irlanda.

E’ un arbusto sempreverde di forma cespugliosa che può raggiungere un’altezza di 2,5 metri, le cui foglie sono di forma ovale leggermente appuntite, piuttosto coriacee, e dalla superficie dal colore non perfettamente uniforme, in alcuni punti si presentano lucide mentre in altri sono opache. Fiorisce nel periodo compreso fra giugno e luglio ed i suoi fiori sono piccoli e di colore bianco. Al termine della fioritura produce delle pregiate bacche di colore blu scuro.

Storia e simbologia

Il nome mirtus deriva dal termine latino myrtus che fu tratto dal termine greco myrto il quale a sua volta è una parola di origine semita. Il sostantivo greco myrtos è legato alla figura mitologica di Myrsine, secondo la mitologia greca, infatti, Myrsine era una fanciulla dell’Attica (regione storica della Grecia), che dopo aver battuto un suo coetaneo in una gara ginnica fu uccisa dal rivale, il quale non aveva accettato la sconfitta, e trasformata dalla dea Atena il un albero che prese il suo nome: Mirto. Secondo altre versioni della leggenda Myrsine era, invece, un’amazzone che fu trasformata in albero da Atena perché aveva superato e battuto l’eroe Teseo in una gara atletica.

Per via dell’associazione al mito di Myrsine gli antichi greci usavano rami di mirto per cingere il capo dei vincitori dei giochi dell’Elide (competizioni olimpiche che si tenevano ad Elis, città del Peloponneso).

Nella mitologia romana, invece, il mirto è legato alla dea Venere, la dea della bellezza, che nata dalla schiuma del mare arrivò su una spiaggia nei pressi di Pafo, a Cipro, e si coprì con dei rami di mirto.

Nascita di Venere 1482–1485 circa Sandro Botticelli (1445-1510) Tempera su tela (172- 278 cm); Esposto presso la galleria degli Uffizi di Firenze
Nascita di Venere 1482–1485 circa
Sandro Botticelli (1445-1510)
Tempera su tela (172- 278 cm); Esposto presso la galleria degli Uffizi di Firenze

Nel dipinto di Sandro Botticelli “Nascita di Venere“, si può notare che la sopra la fanciulla con l’abito bianco decorato da fiordalisi che accorre per coprire Venere con un manto fiorito (probabilmente o una delle Ore, le dee dell’ordine nella natura e delle stagioni; le ancelle di Zeus, che dopo la nascita di Venere insieme alle Carìti fecero parte del corteo di Venere, oppure una delle tre Grazie, figure della mitologia romana, replica delle Carìti greche) vi è un albero di mirto.

Bacche di mirto
Bacche di mirto

Durante il medioevo i medici e gli erboristi del tempo utilizzavano i fiori per creare un profumo che veniva chiamato acqua degli angeli, mentre qualche secolo più tardi, intorno all’Ottocento, in Sardegna ed in Corsica veniva perfezionata una bevanda che nei secoli precedenti era ottenuta facendo fermentare le bacche di mirto nell’acqua o nel vino e addolcendo il tutto con il miele e chiamata vino di mirto. Al giorno d’oggi il vino di mirto è conosciuto come liquore di mirto, ed è ottenuto per infusione alcolica.

Fiore di mirto
Fiore di mirto

Nel linguaggio dei fiori e delle piante, essendo sin dall’antichità legato a personaggi femminili come le amazzoni e Venere, il mirto simboleggia la femminilità. Nei paesi anglosassoni simboleggia anche la felicità matrimoniale, in passato gli sposi durante il banchetto nuziale venivano incoronati con rametti di mirto come augurio di una vita ricca di affetto. In Germania e in Inghilterra un ramoscello di mirto in fiore viene spesso inserito nel bouquet della sposa in proprio come segno di buon augurio.

 

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