Biancospino: storia, miti, leggende e linguaggio dei fiori

Biancospino
Biancospino

Il biancospino appartiene alla famiglia delle rosaceae, è una pianta che predilige le zone montane, dove nasce anche spontanea, ma si adatta e cresce piuttosto bene anche in tutte le aree ricche di boschi e cespugli. E’ originario dell’Europa, del Nord Africa, dell’Asia occidentale e del Nord America, e si suddivide in due generi chiamati crataegus oxyacantha e il crataegus monoyna, nomi che derivano dalle parole greche kratos, oxus e anthos, che significano rispettivamente forza, acuminato e fiore, dovuti alle caratteristiche delle pianta, il biancospino è, infatti, un arbusto spinoso perenne, alcuni esemplari che si trovano nelle zone di alta montagna riescono persino a raggiungere i 500 anni di vita e, si sviluppano fino ad un’altezza di 5 metri. Lo si può ammirare fiorito nei mesi di aprile e maggio, i suoi fiori sono piccoli di colore bianco rosato ed emanano un profumo gradevole e delicato.

Storia e simbologia

Gli antichi greci utilizzavano il biancospino per decorare gli altari prima di cerimonie nuziali perché lo ritenevano di buon auspicio. Le antiche popolazione celtiche gli dedicavano un intero mese (da metà maggio a metà giugno odierni) e lo consideravano l’albero delle fate, secondo le credenze popolari del tempo dove cresceva un biancospino con pazienza si sarebbero potute ammirare le piccole e magiche creature fatate.

dea Maia
dea Maia

I romani lo chiamavano alba spina, ovvero spina bianca, nome ancora oggi diffuso, e gli attribuivano il potere magico di scacciare gli spiriti maligni grazie alle sue spine aguzze. Come i greci, lo usavano per addobbare gli altari durante i riti nuziali, ed in più lo adoperavano come arbusto protettore per i neonati, ponendo sopra le culle dei piccoli alcuni rametti fioriti.[banner]

Nella mitologia romana, il biancospino è la pianta consacrata alla dea Flora (la dea della primavera) e alla dea Maia (la dea del mese di maggio), secondo la leggenda si narra che la dea Maia imponeva la castità e, quindi, durante il suo mese non si potevano celebrare matrimoni. In casi veramente eccezionali quando celebrare il matrimonio era necessario, per placare le eventuali ire di Maia, si dovevano accendere in suo onore cinque torce fatte di legno di biancospino.

In epoca medioevale durante il mese di maggio era usanza popolare mettere un albero di biancospino nella piazza del paese, questo veniva poi riccamente decorato e qualche giorno dopo si celebrava una festa nel corso della quale si eseguivano danze propiziatore, proprio intorno all’albero di biancospino. Il rito appena descritto aveva lo scopo di dare prosperità al paese in cui veniva eseguito.

Bacche di biancospino

In Inghilterra il biancospino è accompagnato da un’antica leggenda che riguarda Giuseppe d’Arimatea, il membro del Sinedrio che si rifiutò di condannare Gesù Cristo. La leggenda vuole che Giuseppe d’Arimatea dopo aver raccolto il sangue di Gesù Cristo ed averlo seppellito, partì verso la Britannia e una volta giunto sull’isola, piantò il suo bastone in terra. Il bastone dopo qualche tempo germogliò dando vita ad una pianta di biancospino. Accortosi dell’evento, Giuseppe d’Arimatea decise di edificare, accanto alla pianta, una chiesa che fu la prima chiesa costruita in Inghilterra. Da quel momento in poi ogni anno durante il periodo natalizio il biancospino fioriva ed un suo ramoscello in fiore veniva portato in dono ai regnati Inglesi. Secondo le credenze inglesi i fiori bianchi rappresentano l’Immacolata Concezione, gli stami rossi le gocce del sangue versato da Gesù Cristo e, le spine simboleggiano la corona di spine posta sul suo capo.

Al giorno d’oggi il biancospino di qualità crataegus monogyna viene utilizzato da alcuni artigiani poiché produce un legno di altissima qualità che dopo la lavorazione rimane lucente.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia la dolce speranza ed è la pianta ideale da regale quando si vuole augurare buona fortuna.

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