Eupatoria: tradizioni popolari e linguaggio dei fiori

Eupatorium cannabinum

L’eupatoria, eupatorium, comunemente chiamata canapa acquatica, è una pianta erbacea perenne appartenete alla famiglia delle asteraceae. Al mondo ne esistono circa 600 specie quasi tutte di origine Americana, di origine europea ve ne sono solo 5 specie una delle quali, l’eupatorium cannabinum, cresce spontanea in Italia.

L’eupatoria è una pianta che, a seconda della specie, può raggiungere dai 50 cm ai 3 m, le sue foglie foglie dure e di forma semplice, nella maggioranza delle specie, si dispongono a cerchio intorno al fusto, anche se esistono alcune qualità che presentano la classica disposizione alterna. I fiori sono raccolti in grappoli, appiattiti in direzione del fusto, tondeggianti o a pannocchia. Ogni grappolo è composto da 5 fiori a petali frastagliati solitamente di colore rosso porpora, anche se esistono qualità di colore rosa chiaro o bianco, e rarissime specie di colore lilla, violetto e blu.

L’eupatoria è una pianta molto sfruttata per abbellire giardini e aiuole essendo un ottimo ornamento per i prati erbosi, anche come fiore reciso riscontra un notevole successo, dovuto principalmente alla sua fioritura che avviene nel periodo invernale.

La qualità più diffusa, l’eupatorium cannabinum, viene comunemente chiamata canapa acquatica per via delle foglie simili a quelle della canapa selvatica, è una specie perenne molto diffusa sul territorio italiano dove cresce in prossimità di zone umide, ha il fusto di colore rossastro e raggiunge un’altezza che varia dai 60 cm al un metro e mezzo, a differenza di altre specie fiorisce da luglio ad ottobre ed i suoi fiori che si dispongono a cappello sono di colore rosso porpora.

Storie e simbologia

Eupatorium urticae folium

L’eupatoria si diffuse sul vecchio continente intorno al 1600 quando furono importate dall’America le prime specie: l’eupatorium purpureum e l’eupatorium urticae folium, da allora grazie al botanico francese Joseph Pitton de Tournefort le piante di eupatoria iniziarono ad essere catalogate e studiate. Il nome eupatorium deriva dal greco e significa nascita da padre nobile, tale nome lo si deve a Mitridate VI Eupatore re del Ponto (132 a.C. – 63 a.C.) al quale viene attribuito il merito di essere stato il primo ad aver scoperto l’efficacia curativa e medicale della pianta.

Santa Bibiana,  Gian Lorenzo Bernini (1598 - 1680)
Santa Bibiana,
Gian Lorenzo Bernini (1598 – 1680)

Secondo la tradizione, soprattutto a Roma, l’eupatorium cannabinum è anche l’erba di Santa Bibiana, perché era molto diffusa nel giardino a fianco alla chiesa, per secoli fu considerata una delle piante mediche più prestigiose per il suo effetto curativo su diverse malattie, veniva, infatti, raccolta ed essiccata per essere usata come infuso da utilizzare contro l’influenza e i dolori delle ossa. A Roma il luogo dove si trova la chiesa di Santa Bibiana è il colle Esquilino, tale zona in epoca romana era disabitata fino a quando Mecenate costruì la sua villa, da allora il luogo divenne una zona dove venivano portati i corpi degli schiavi e dei servi morti per gli stenti, ed essendo un luogo così nefasto era praticato da coloro che praticavano magia e arti occulte per svolgere i loro riti e per ricercare le erbe utili alle loro pozioni. Probabilmente per questa ragione l’eupatoria fu ritenuta per secoli una delle più potenti piante magiche.

Fuori dal territorio italiano l’eupatoria era conosciuta ed utilizzata in Olanda dove il fusto, veniva utilizzato per fare dei filamenti simili allo spago, e le sue foglie fresche, dalle proprietà cicatrizzanti, venivano usate come medicinale utile per risanare le ferite, si narrava che persino i cervi feriti se ne servissero per curarsi. Per via del fatto che dai fusti della pianta si potesse creare uno spago molto resistente si diffuse nel corso dei secoli una leggenda, di origine cristiana, secondo la quale le corde di eupatoria furono quelle utilizzate per legare Gesù Cristo durante la passione.

Eupatoria
Eupatoria

Nel linguaggio dei fiori e delle piante l’eupatoria ha assunto sin dall’antichità un significato legato alle sue proprietà medicinali, infatti, simboleggia il sollievo e donarne un fiore reciso significa essere grati e riconoscenti del sollievo ricevuto. 

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