Fiordaliso: miti, leggende e linguaggio dei fiori

Fiordaliso
Fiordaliso

Il fiordaliso, centaurea cyanus, appartiene alla famiglia delle asteraceae, è una pianta originaria dell’Europa meridionale, dell’America settentrionale e dell’Asia, nonostante abbia origini antichissime, dimostrate da alcuni che risalgono all’era neolitica, al giorno d’oggi in Europa la pianta allo stato spontaneo è rischio estinzione. Il motivo della sua quasi estinzione è da ricercare nei suoi habitat ideali, ovvero i luoghi erbosi e soprattutto i campi di grano, dove oramai è stata distrutta a causa dei diserbanti chimici usati per la coltivazione.

Ha le foglie di colore verde brillante ed il suo periodo di fioritura inizia in piena primavera o nei primi giorni estivi, i fiori sono piuttosto piccoli, il loro diametro è di circa 3 centimetri, di colore azzurro molto luminoso, esistono tuttavia alcune varietà, meno conosciute, di colore bianco, giallo, rosa o violetto.

Centaurea montana

La maggior parte delle specie presenti in natura sono di origine mediterranea e ben 40, tra queste, sono di origine italiana. Tra le specie più conosciute ci sono: la centaurea montana, che cresce sulle Alpi ad un’altitudine superiore ai 1900 metri; la centaurea macrocephala, comunemente definita fiordaliso dalla grossa testa, e la centaurea moschata, conosciuta popolarmente con il nome di ambretta.[banner]

Storia e simbologia

Il nome botanico, centaurea, fu attribuito alla pianta da Linneo nel 1737, tale nome trova la genesi nella figura mitologica del centauro Chirone, creatura metà uomo e metà cavallo, caro amico del re degli dei, Zeus, e maestro di molte divinità.

Chirone e Achille

Secondo l’antica leggenda Chirone era il centauro a cui Zeus aveva donato l’immortalità, un giorno, però, venne colpito con una freccia avvelenata, ad una zampa, da Hercules. Chirone che non poteva morire, per via della sua immortalità, e non poteva più rimettersi in piedi, a causa del veleno che aveva in corpo, riuscì, dopo una lunghissima sofferenza grazie alle sue sconfinate conoscenze a guarire, sul finire della primavera, preparando un impacco di fiori di fiordaliso appena sbocciati.

Guglielmo I

Esiste anche un’altra legenda, più storica che mitologica, riguardante il fiore di fiordaliso ed è legata allo stemma araldico del regno di Guglielmo I, re di Germania, vissuto al tempo di Napoleone. Narra la leggenda che Guglielmo I, fuggendo da una battaglia, giunse in un campo di grano, dove trovò sua madre che, per calmare i bambini che erano con lei, intrecciava piccoli mazzi di fiordalisi. Al suo ritorno a corte adottò, quindi, il fiordaliso come stemma.

Secondo la tradizione popolare preparare distillati con i fiori di fiordaliso sarebbe un ottimo rimedio per le malattie degli occhi.

Centaurea macrocephala

Il fiordaliso è conosciuto in Francia con il nome di fleur de lys, ovvero fiore di giglio, ed è popolarmente detto anche bluet. In Spagna viene chiamato azulejo, aciano o aldina mentre in Germania è chiamato kornblume.

Una sua denominazione comune in diversi stati del mondo è cìano, termine che deriva dalla parola greca κύανος che significa azzurro, tale nome deve il suo uso e la sua fama al fatto che fosse in nome con cui lo chiamavano numerosi poeti e letterati.

Centaurea moschata

Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia la leggerezza e la dolcezza. Secondo la tradizione europea donare un fiordaliso vuol dire amicizia sincera, mentre secondo le tradizioni orientali il fiordaliso è il fiore che gli innamorati donano alle loro amate come in augurio di ottenere la felicità

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