Claude Monet (1840–1926) fu un pittore francese, ritenuto fra i massimi esponenti dell’Impressionismo, nonché colui al quale si deve addirittura il nome della corrente pittorica, grazie ad un quadro del 1872 Impressione, levar del sole (Impression, soleil levant).
Origine del nome Impressionismo
Il quadro Impressione, levar del sole fu esposto per la prima volta nel 1974 nel salone fotografico di Gaspard-Félix Tournachon in arte Nadar (1820 – 1910) dove la Società anonima dei pittori, scultori ed incisori, di cui facevano parte Pissarro, Monet, Sisley, Degas, Renoir, Cézanne, Guillaumin e Berthe Morisot, aveva organizzato una mostra indipendente. A questa mostra intervennero diversi giornalisti fra di questi vi fu un certo Louis Leroy (1812 – 1885, pittore e drammaturgo ma ricordato principalmente per il suo lavoro di giornalista e critico d’arte) il quale ispirandosi al nome del quadro di Monet intitolò la sua dispregiativa recensione, pubblicata il 25 aprile 1874 sul giornale satirico Le Charivari, “L’esposizione degli impressionisti“. Dopo l’articolo, quelli che prima erano i membri della società anonima, divennero gli impressionisti, decidendo di adottare questo nome in segno di spregio verso la critica.
Nel 1883 il pittore si trasferì a Giverny, nella sua tenuta vicina ad un affluente del Reno, in una zona poco distante da Parigi, dove iniziò l’allestimento di uno spettacolare giardino in stile giapponese. Il giardino era composto da un grande stagno, pieno di ninfee, circondato da alberi di salice, di glicini e svariate piante fiorite (iris, rose, gladioli ecc.), attraversabile grazie ad un ponte che ne legava i due argini.
Dopo il suo trasferimento a Ginervy dedicò la maggior parte del suo tempo a dipingere opere che descrivessero il suo giardino, il suo impegno ed il suo lavoro lo portarono a creare un insieme di 250 dipinti chiamati Le ninfee.
Il primo gruppo di tele dedicate interamente alle ninfee venne realizzato tra il 1899 ed il 1904. In questo primo gruppo di opere, le ninfee vengono ritratte circondate dal resto del giardino, appartenente a questo ciclo vi sono ad esempio tutti quei dipinti che ritraggono anche il ponte giapponese.
Negli anni successivi Monet modificò il proprio “punto di vista” quindi il soggetto delle suo opere ovvero le ninfee vennero ritratte in maniera molto più ravvicinata, senza che l’occhio si perdesse nel visualizzare il resto del giardino. Nelle ciclo di opere chiamate “Le Ninfee. Serie di paesaggi acquatici” realizzate intorno al 1909, il pittore focalizzò, invece, tutta la sua attenzione nel tentativo di catturare i colori e le sfumature di colore che si generavano dal riflesso delle ninfee e del cielo sull’acqua.
Curiosità: Monet continuò a dipingere ed a realizzare meravigliosi dipinti fino a tarda età nonostante avesse grossi problemi alla vista.