Veronica: descrizione, curiosità e linguaggio dei fiori

Veronica purpleicious

La veronica è un genere di piante erbacee perenni originarie del continente Euroasiatico che appartengono alla famiglia delle plantaginaceae. L’utilizzo del plurale per indicare la veronica è dovuto al fatto che al nome veronica non corrisponde una singola pianta bensì un intero genere fra cui, fino a qualche tempo fa, venivano inglobati anche dei piccoli arbusti originari della Nuova Zelanda, la cui fioritura è molto simile quella delle veroniche, ma che adesso sono stati inseriti nel genere hebe. Inoltre, il genere veronica è stato inserito nella famiglia delle plantaginaceae solo in tempi recenti, fino a qualche tempo fa era infatti incluso nella famiglia scrophulariaceae.

 

Il genere veronica comprende un vasto numero di specie di cui 30 sono tipiche della flora italiana, le più conosciute delle quali sono la veronica agrestis e la veronica persica che durante la stagione primaverile si trovano facilmente in tutti i campi.

Per quanto riguarda l’aspetto tutte le specie hanno dimensioni medie o grandi e si sviluppano formando cespugli compatti, costituiti da sottili fusti eretti e semilegnosi, alla cui base sono presenti piccole foglie lanceolate di colore verde scuro. In primavera, fino ad estate inoltrata, all’apice dei fusti sbocciano piccoli fiori di colore blu-viola.

Veronica ‘Very Van Gogh’

Una menzione d’onore, dovuta esclusivamente al nome, va alla veronica “very van gogh”, anch’essa una perenne cespugliosa, che produce lunghe spighe di fiori che sbocciano sul finire della stagione estiva. Cresce in altezza fino a 50 cm e in larghezza si espande fino a raggiungere i 60 cm di circonferenza. Si tratta di una specie abbastanza facile da coltivare che ama il sole e i terreni umidi ben drenati.

Storia e simbologia

Il nome veronica, in riferimento alla varie specie, è attestato già nel 1572 in alcuni scritti inglesi ma era ampiamente utilizzato anche in altri territori europei  per questa ragione Linneo lo mantenne inalterato. Il nome comune in più zone, anche distante fra loro è probabilmente legato al culto di Santa Veronica protettrice di Francia. 

Veronica officinalis

Il nome Veronica è la traduzione latina del nome greco Berenike che secondo i Vangeli apocrifi era una donna emorragica sofferente, che implorando Gesù per la sua guarigione, riuscì a toccargli il lembo del mantello, guarendo all’istante. Eusebio da Cesarea (265a.C – 340a.C; vescovo e scrittore nonché consigliere e biografo di Costantino I “il grande”) racconta che all’ingesso della casa della donna, originaria di Bāniyās (Cesarea di Filippo) si trovava, posto su una pietra, un rilievo in bronzo raffigurante l’immagine di una donna in ginocchio con le mani al cielo in segno di preghiera di fronte alla quale stava un uomo avvolto da un mantello che le porgeva la mano. Al di sotto della pietra dove era posto il rilievo bronzeo cresceva una singolare pianta nota ai tempi per avere proprietà terapeutiche. Secondo una leggenda fu grazie a questa pianta che l’imperatore Tiberio sarebbe guarito dalla lebbra. La veronica officinalis è stata, infatti, utilizzata in passato per guarire le piaghe dei lebbrosi nonché per curare la tubercolosi.

Approfondimento Santa Veronica

Santa Veronica di Hans Memling (1436 – 1494), pittore tedesco di tradizion fiammiga

La storia di Berenike è quasi del tutto sconosciuta perché esiste un altro episodio ben più celebre che riguarda una danna di nome Veronica nella religione cristiana. Secondo la religione cristiana Santa Veronica fu colei che asciugò con un velo di lino il volto di Cristo dal sangue e dal sudore, mentre faceva la salita verso il Calvario. Sul velo rimase impresso il volto di Cristo e quel velo conservato tutt’ora come reliquia è stata considerata la “vera icona “. Successivamente all’episodio la donna, Santa Veronica sposa di Zaccheo, si recò a Roma dove lasciò il velo di lino, e andò in Francia, dove si occupò della conversione dei Galli, morì infine nel suo periodo di eremitaggio a Soulac. Non è possibile sapere, perché non esiste nessuna fonte, se la Berenike della prima storia e la Veronica della seconda siano state la stessa persona, ma è probabile che l’episodio del velo sia associato alla Santa per via di un’assonanza, il nome Veronica ricorda infatti le parole “vera icona”. 

Santa Veronica è patrona in Francia dei mercanti di lino e delle lavandaie.

La reliquia del velo della Veronica è tutt’oggi custodita il Italia ma non a Roma bensì a Manoppello in provincia di Pescara, in Abruzzo, presso la Basilica del Volto del Santo. 

Veronica agrestis

La veronica agrestis è chiamata anche occhi della Madonna, occhi santi oppure occhi divini, perché la forma del fiore è simile a quella di un occhio e suo colore celeste ricorda il colore del cielo.

Nel linguaggio di fiori e delle piante la veronica significa addio. Intorno all’800 era consuetudine donarla a qualcuno che stava per partire per un lungo viaggio nella speranza gli occhi divini vegliassero sul viaggiatore.

 

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